6 marzo 2011: camminare per sentirsi reali

Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama, la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo. (da "La lingua perduta delle gru")
Oggi ho passato il pomeriggio sul Ticino a prendermi un pò di sole. Di certo non mi son messo a fare la lucertola tutto d'un tratto, avevo semplicemente voglia di stare da solo in compagnia. E' un pò difficile da spiegare, ma ogni tanto ho bisogno di appartarmi, anche se devo avere la certezza che ci sia qualche presenza intorno... Comunque mi sono portato dietro 'La lingua perduta delle gru', consiglio di un blogger amico; più lo leggo più mi accorgo che la mia vita è, in questo momento, parallela al libro. Regna in me un senso di inquietudine dovuto all'incertezza che è un misto di paura per ciò che potrei perdere e ansia per quello che mi aspetta. In questo libro si dice "... camminava. Camminava in modo che... queste cose gli sembrassero reali" e si riferisce alle cose della vita, ovviamente. Oggi ho fatto così anch'io, ho camminato per sentirmi reale, per sentire il sole fin dietro la pelle. Ho passato due serate meravigliose con amici molto cari a ridere a crepapelle, ieri e ieri l'altro, e devo dire che mi è proprio servito, mi mancava ridere così. Nel contempo ero inquieto, perchè sapevo che quell'attimo sarebbe, inevitabilmente, finito e così è stato. Ma invece della tristezza, mi è rimasta la carica, anche se oggi sono, come dicevo, inquieto. Mi manca un pò chi mi commentava di là, su JHP, anche se non lo conoscevo. Ho avuto paura di rivivere uno shock del passato quando ho letto il suo ultimo post: persone che si sostituiscono a persone, dolore per l'inevitabile. Tanti pensieri nella mia testa, opposti e compresenti, mi portano a riflettere, da solo. Tanti pensieri, troppi per scriverli tutti, mi volano davanti. Inquietudine. M.R.
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