Una visione d'amore

Morti del cuore, terza parte.


Durante la feste di Natale ricordo di aver scorto in galleria Vittorio Emanuele II a Milano lo Stefano di quella famosa coppia di disegnatori d'abiti.
Piccolo, nonostante sia il più alto, magro e grigiastro, con quel giubbino a quadri blu e verdi magari della concorrenza, camminava abbracciato stretto stretto ad un insignificante ragazzo poco più giovane, probabilmente un collaboratore.

A quanto pare solamente io lo riconobbi, giacché la galleria lo ignorò. Ci credo, sembrava malato!

Quella strana visione mi frullò in testa per un pò e, come al solito, produsse in me una tempesta di pensieri. 

Perchè quando il destino ti concede la condizione di privilegiato abbandoni quei sentimenti che ti furono fondamentali quando nessuno credeva in te?

Mi sono immedesimato in una vita non mia, come mi capita di sovente, e ho scritto un romanzo nella mia testa. Tanti gli sfizi che si è potuto togliere il personaggio di quella mente maliziosamente comune, qual è la mia, probabilmente più di quelle che la realtà ha tolto, forse meno.
Forse meno, perchè penso ancora sia sconvolgente una vita fatta di stupefacenti, come era tipico per le celebrità americane degli anni '80 e '90. Diciamo come è tipico per le celebrità, punto.

Divago, come al solito.

Quello che mi interessa ora è la domanda fondamentale: chi ci accompagnerà nel corso della nostra vita?
Sarà una persona, un animale, forse un'automobile? O magari un'abitudine, un fastidioso acciacco o, ancora, un romanzo eternamente incompleto? L'amore può esserci per tutta la vita? Intendo, quello reciproco?

Io non ho molta esperienza in merito, so solo che gli amori della mia vita sono stati troppo pensati, discussi, anche se intensi, quello si. 
Tante volte mi sono innamorato, il più delle volte erano amori impossibili da veder corrisposti. Ora sono terribilmente invaghito di mio cognato, diciamo così.
La sua naturale spensieratezza ed il viso che pare un calco del volto di Michael J. Fox me lo fanno apparire come un personaggio uscito dalla televisione della mia infanzia.

Una visione d'amore, appunto.

Possibile che ci si possa innamorare di un'idea di persona? Di un personaggio?

Un amore destinato alla delusione, si direbbe, non foss'altro che per la non corrispondenza con l'interprete, peggiore o migliore che sia, rispetto all'interpretato.
Giusto per rimanere in zona "Scala".
Negli ultimi tempi mi sto quasi convincendo a sposare me stesso, insomma a lasciar perdere tutto.
Il problema è che non sono una persona facile con cui convivere e biasimo con tutto il cuore chi potrebbe arrivare a questa scelta: perdi solo tempo!

E poi? Poi, però, chi si occuperà di me quando mi sentirò bloccato e avrò bisogno di conforto, ossia tutti i giorni?
Il problema è che mi sono abituato a guardare troppo la vita degli altri e, a volte, ad innamorarmi degli amori degli altri.

Forse la mia visione d'amore è semplicemente un fantasma, forse l'unico che mi accompagnerà per tutta la vita.

[M.R.16.II.2012]
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