Rapporto sulla civiltà


Nel quinto anno dell'era sociale (considerato il 2004 come il nuovo anno zero dell'epoca post-contemporanea, ossia la fondazione di Facebook) io non sono nessuno.

O meglio, qualcuno lo ero, ma la crisi ha spazzato via tutto e ora sto cercando di ricostruirmi un'identità. Il problema, in questa nuova era, è che le identità non sono vere, reali. Non hanno un riscontro materiale, hanno riscontro e sono tali se sei conosciuto sui social network.

Sia chiaro, parlo di social network al plurale ma, in realtà, la rete sociale è e rimarra una sola: internet. Si sono però sviluppati e rafforzati vari catalizzatori preferenziali ai quali si tende ad iscriversi, anche più volte, ma questi tendono ora verso un'unico grande contenitore di false identità e di contenuti più o meno interessanti, sicuramente poco realistici.

Se nel V E.F. (Quinto Era Facebook) Twitter HA il potere di far fallire banche, indebolire i governi nazionali e gonfiare il vento che accresce i guadagni di borsa è oramai assodato che andremo verso due macro-modelli di civiltà. Uno, quello più legato ai valori delle varie civiltà occidentali, si indirizzerà verso un modello di vita soft, dove ci sarà ancora una vita reale (lavoro, auto, stipendi e quant'altro...) ma tutto ciò farà da contorno al vero fine: socializzare in rete.

Se il passaggio dagli anni '90 al primo decennio del ventunesimo secolo è stato caratterizzato da un'esplosione della dimensione del web per fini erotici (siti porno, chat per incontri), in questa seconda decade anche il resto delle tematiche rimaste al palo nel decennio precedente sono confluite nel web e, in particolare, nel social web: si condivide tutto, anche la foto del paio di scarpe che ho acquistato la mattina stessa o si annuncia la volontà di separarsi dal marito con "comunicati social" che hanno più riscontro più siamo alti nella classifica dei "follower".

Il secondo modello di macro-civiltà conterrà a sua volta due sub-modelli: entrambi saranno formati dagli esclusi, i reietti del social networking, la differenza tra i due sub-modelli sarà tra chi lo farà per scelta (l'esserne fuori, intendo) e chi sarà costretto ad esserlo. Questo modello avrà un'identificazione geografica preminente nel terzo mondo, ma avrà macchie di crescità anche nella aree più sviluppate che, probabilmente, col tempo verranno identificati come neo-ambientalisti.

In questi vaneggiamenti da crisi economica (oggi non ho più nemmeno il riscaldamento e sono sotto due coperte mentre scrivo) mi sovviene spontanea una domanda: ma se il mondo E' di chi sa sfruttare gli altri, in un mondo che si sta sviluppando in questo modo, dove sarà sempre più difficile capire chi è sfruttato da chi, chi sarà a prevalere? Forse nessuno? Siamo davvero all'alba di un'era social-democratica? Allora aveva ragione Marx, ma non sono mica sicuro che la intendesse a questa maniera...

O forse, ancora, siamo all'alba di un neo-medioevo che ci porterà tutti di nuovo a zappare una terra ora arida ed inquinata per poterci procurare del cibo? Il dubbio mi viene, perchè se il mondo dei social network può apparire perfetto a prima vista, ha in realtà un enorme difetto: va a corrente...
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