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Tutto scorre

(velocemente)

M.R.23.III.2015

morti+amianto

Dedicato alle vittime
dell'amianto
e ai tarantini tutti



Che tempaccio oggi... 
Quando piove il verde sembra così vivo,
ci avete mai fatto caso? 
Percorro il vialetto fino alla cappella
alzando gli occhi all'acciaieria abbandonata. 
Ricordo il fastidio, da piccolo, nel
vedere il suo sacrilego fumo avvolgere tutto. 
Avvolgerci tutti. 
Ora non è più, come molte altre cose,
persone. 
Ora non è più:
tutto scorre, lo sapevate? 
Tu non ci sei più, io non lo so,
il verde resta: tutto scorre!

Roma e l'EUR... Secondo Fellini

sottotitolo: Architettura, arte superiore.


moebius


M.R.10.X.2014




In questo raro documento del 1972 Federico Fellini, intervistato da Luciano Emmer, parla del quartiere metafisico. O meglio, così descrive l'EUR, il quartiere voluto da Mussolini per l'Esposizione Universale del 1942 e chiamato allora E42, quartiere che avrebbe dovuto celebrare le vittorie del nuovo impero italiano.

Architettura come arte superiore, privilegiata dal dittatore come massima espressività del regime e della sua forza, strumento privilegiato da re e autarchi.

In questo documento il famoso regista italiano mette in luce la sua passione per il quartiere "finto" proprio perchè scenico, quasi metafisico. Dice infatti che lo spettatore sembra inserito in un quadro e parla, appunto, di spettatore e non di abitante.


moebius


Quello che richiama, da sempre, l'uomo è infatti la ricerca del luogo, di un proprio luogo: il posto dove stare, dove stare bene, sentirsi a proprio agio.

Evidentemente Fellini si sarebbe sentito a proprio agio in un'architettura di De Chirico perchè solo, probabilmente avrebbe invidiato l'Uomo nella bolla.

E, in effetti, la condizione dell'Uomo nella bolla è, perchè no, metafisica! E' una condizione che sottende la realtà, ne fa da fondamento indi per cui l'uomo si trova in un filtro innaturale nella realtà fisica, la propria.

Vien da chiedersi se non sia proprio l'architettura uno strumento per superare la realtà, e quindi il disagio, e mettersi a contatto con un assoluto, quello forse dove stiamo più a nostro agio...

O, addirittura, se non sia possibile superare la propria condizione alienata se, sottesa, c'è la fondamenta metafisica che ti costringe a tale posizione...

Detto in parole povere: l'Uomo nella bolla è fottuto?

Continua...

Lascia che il fiume scorra

cities


M.R.15.VI.2014

Libera traduzione - Let the river run by Carly Simon


Stiamo oltrepassando il limite,
Camminiamo sull'acqua,
attraverso la nebbia,
giovani e meno giovani.

Lasciate che il fiume scorra,
Che i sognatori
Sveglino la nazione!
Arriva una nuova pace!

Ecco innalzarsi la Città d'Argento,
luci del mattino
incrociarsi di strade,
E sirene che ti incitano
con la loro canzone.

Chiede che tu la prenda.
scuotendoti traballante.
stringendoti il cuore.

Grandi e piccoli
stiamo su una stella
sognando sentieri di luce
attraverso quest'alba oscura.

Chiede che tu la prenda!
Vieni con me adesso,
Il cielo è di quel profondo blu
che solamente hai visto
negli occhi del tuo amore.


Pensieri cannibali...

M.R.27.IV.2014


space eye

Purtroppo o per fortuna
L'umanità è difficilmente gestibile,
tantomeno controllabile.
Siamo fortunati anche solo se
riusciamo a intuirne i flussi...

Ideologie...


« Mi rendo conto di aver vissuto momenti della storia che sembravano immortali. Ho visto il nazismo di Hitler e il fascismo di Mussolini, che sembravano destinati a durare mille anni. E il comunismo dell'Unione Sovietica, che si credeva non sarebbe finito mai. Ebbene tutto questo oggi non esiste più. E allora perché mi dovrei fidare delle ideologie? »
(Doris Lessing)

La crisi della realtà...




M.R.16.VII.2013


Sono sempre più convinto che questa crisi economica che ci attanaglia rallenterà sempre di più il progresso, perchè nella nostra testa ci riorganizziamo secondo i canoni dell'esistente, più convenienti, e non ci buttiamo sul nuovo, meno sicuro ed aleatorio.

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Oh inconscio, ti prego,
rendi partecipe anche
la parte conscia della mia testa
di tutto quello che mi hai
voluto anticipare.

E se rifiutassi il sole?




M.R.11.VII.13


E' da una settimana che non esco di casa, eppure c'è il sole. E' da una settimana che non mi trovo, che non riesco ad agganciare un motivo. Non ho voglia. Non me la fanno venire.

Catastrofi dentro e fuori casa, un futuro sempre più monocolore. Siam troppo abituati al benessere per la rivoluzione che ci vorrebbe, stiam seduti, osserviamo il tempo passare.

Catastrofi alle porte. E' da una settimana che dovrebbe piovere e, finalmente, stanotte s'è deciso. Ora c'è ancora il sole, ma è più fresco. E' tutta la settimana che c'è il sole, ma non mi va di uscire. Una settimana che non esco di casa, una settimana da sganciato.

La bolla è scoppiata, ma fuori non c'è nulla: è come se una patina m'avvolgesse... Anzi, è come se una patina avvolgesse tutti gli altri e impedisse loro di capirmi, di capire che ho davvero bisogno!

Quante vite perdiamo così, quante menti preziose allo sbando dei tempi correnti, contributi utili ad una soluzione che nessuno vuole vedere, la decisione che nessun sano di mente vuole prendere.

Endemica tristezza


M.R.1.VII.2013

Non so perché noi, ragazzi degli anni '80, abbiamo sviluppato una sorta di apatia, di avversione per il mondo che ci circonda. Non so se è il fatto di aver passato l'infanzia in uno dei decenni più colorati e creativi degli ultimi secoli, o forse se è semplicemente il fatto che il mondo si è ingrigito.

Quello che è certo è che negli anni '80, gli anni della mia infanzia, si rideva tanto! Ridevamo in modo sano e genuino, consapevoli che dovessimo dedicare una certa parte della giornata a farlo, per il semplice piacere di farlo. E faceva pure bene alla salute.

Il mondo si fa più cupo, si va scolorendo. A dimostrazione il fatto che molte delle cose che mi circondavano durante la giovinezza vanno scomparendo e non perché siano sorpassate, ma perché fanno star bene. Oggi non c'è più il tempo per ciò che ci fa star bene, anche se in realtà ne abbiamo molto più che in passato.

Il tempo deve essere dedicato a qualcosa di produttivo, altrimenti è tempo sprecato: lo so perché se mi dedico alla lettura, al disegno, alla scrittura o alla poesia, nonostante l'infinito tempo che il destino mi ha regalato, mi sento terribilmente inutile.

Siamo alla vigilia del postumanesimo?

M.R.27.III.2013.Quantieventi.Tuttosembraportareli.Quantestorie:nessunachesichiude,altresiaprono.Quantieventi:iononcontonulla...Trasparenze.Eventi.Iononsononulla. --->

Tu non sei qui. Cerca di tenerlo a mente. 
Cerca di non ricordare dove sei in realtà. 
Sei in mezzo a un labirinto contorto di corridoi bui, tutti uguali. Stai scivolando giù
attraverso l’ultimo di essi. Vai spedito come il pistone di una siringa; poi, tutt’a un tratto, vieni espulso nello spazio aperto e sconfinato dell’interno. Appena qualche minuto fa vedevi lo spazio esterno, l’universo, e non sembrava più grande di questo posto. Lo spazio esterno, fondamentalmente, è qualcosa di familiare. È solo il cielo notturno, senza la terra sotto i piedi.
Questo posto non ha nulla di familiare. È trenta chilometri in lunghezza e otto in altezza, ed è più vasto di qualunque cosa tu abbia mai visto. È una stanza con dentro un mondo.
Per loro, è un mondo luminoso. Per noi è una caverna fredda e buia. Per loro, le nostre sonde più discrete sarebbero come gigantesche navi spaziali sospese sulle città
a perlustrare ogni cosa con fasci di luce abbagliante. Per questo lo osserviamo attraverso i loro occhi, con i loro strumenti, nei loro colori. Così, ciò che vedi è uno sfondo di un verde intenso, caldo, punteggiato da un’infinità di forme minuscole, vive, in una quantità di colori cui non sapresti neppure dare un nome. Ti viene da pensare a gemme, colibrì, pesci tropicali. E infatti il paragone con la foresta pluviale o la barriera corallina è piuttosto azzeccato. Questo è un ecosistema ben più complesso di tutta la Terra. Man mano che il tuo punto di vista si avvicina alla superficie, pensi a città fotografate dall’alto, o ai disegni di un circuito al silicio. Anche questo è un raffronto plausibile: qui, la distinzione fra naturale e artificiale non ha senso.
La visuale zuma avanti e indietro: da frattali di fiocchi di neve che danzano come in un caleidoscopio, mostrando arcobaleni, fino a vaste distanze avvolte in brume violette. Balza agli occhi la molteplicità e la diversità di questo posto. Non ci sono ripetizioni. Ogni cosa, qui, è unica. Ci sono affinità, ma non specie. Non puoi sottrarti alla visione. Silenzioso, inesorabile, il punto d’osservazione ti mostra di più, sempre di più. Finché la bellezza disumana eppure irresistibile di questo giardino, o città, o macchina, o mente aliena ti penetra nel cuore. Ne sei posseduto, la adori. Ma proprio quando ne sei perdutamente innamorato, lei ti rigetta. Ti rispedisce alla condizione umana, e all’oscurità.

Prologo da Cosmonaut Keep
© 2000 Ken MacLeod
© 2008 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
Prima edizione italiana Urania n. 1541 (dicembre 2008)

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--->Alloraperchévivere?Chescopoho?Devotrovarlo!...Devotrovarlo?Nonloso.Nonnehovoglia.Devotrovareunoscopo.--->


Quindi?


I posti che sono ancora quelli


Capita, poi, che in un mondo che cambia così rapidamente e che troppo spesso dimentica le storie recenti, hai bisogno di camminare in quei luoghi che sono ancora come te li ricordi, in quei brividi all'ombra delle luci, in quei gelidi odori... 
M.R.21.X.2012

Pazzie quotidiane


Dall'uomo nella bolla all'uomo nel vuoto e oltre...


L'anarchia può anche funzionare, ammesso che ci sia un limitato ed occulto gruppo di persone a controllarci...
 
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Spesso scelgo una notizia dalla foto...

M.R.20.IX.2012



Qui va a finire, davvero, che ci faremo gestire tutto dai robot e se, poi, decideranno di eliminarci li capirò...

M.R.26.IX.2012

17 febbraio 2012

Dalla serie: Controapostasia della Cultura Occidentale


Non possiamo permettere un dominio della Cina sul mondo.
Sarebbe come accettare un dominio della ragione sui sentimenti.
M.R.